Fotografia

La fotografia come finestra sulla società

Oggi vorrei parlarvi della street photography, che si sta facendo strada nel panorama della fotografia. Si tratta di un genere fotografico che riprende i soggetti in situazioni spontanee, con lo scopo di enfatizzare determinati aspetti della nostra società.

Il padre di questo genere di fotografia è Eugene Atget, non perché fu il pioniere, bensì per la sua notorietà nel campo della fotografia parigina. Egli elevò le strade di Parigi a veri e propri soggetti degni di essere catturati dalla macchina fotografica. Le fotografie di Atget erano ricche di elementi architettonici, con l’aggiunta di scale, finestre e giardini. Egli fotografò anche degli operai, ma non era particolarmente interessato alle persone.

Un’altra personalità importante era Henri Cartier-Bresson, fotografo del Novecento il cui scopo era quello di sottolineare le azioni degli uomini. Questo famoso fotografo amava l’arte tradizionale. Tale influenza traspare dalla sua capacità di combinare tecnica e tempismo.

Al contrario di quel che si potrebbe pensare, la street photography non si svolge necessariamente in strada. Parliamo di street photography in quanto riguarda un luogo random dove l’attività umana può essere studiata in modo da comprenderne le interazioni sociali. In primis, essa mira a realizzare immagini catturate in un momento decisivo. Ecco, è questo che mi affascina di tale forma d’arte.

A differenza della straight photography, con la quale condivide un buon numero di principi, la street vuole essere il riflesso della società, puntando sull’aspetto ironico e artistico.

Potrei fornire molte nozioni tecniche circa la street photography, ma penso che la sua funzione più importante sia quella di farci riflettere e, perché no, sognare. Essendo una romanticona, non rimango insensibile di fronte a un bacio che sancisce la fine della guerra, la liberazione.  Sto parlando del “Bacio a Times Square”,immortalato da Alfred Eisenstaedt nel 1945 a New York. Non è il bacio in quanto tale che mi colpisce, bensì il momento che viene fermato dalla macchina fotografica. Un momento ricco di pathos e speranza.

“Come il progresso uccise la cara, vecchia macchina fotografica”

Correva l’anno 1979 e i Buggles avevano appena pubblicato l’album “The Age of Plastic“. Bene, questo disco conteneva la canzone “Video killed the radio star“, canzone destinata a diventare un inno. Con l’avvento di Mtv, il brano dei Buggles fu promosso a simbolo del progresso. Oggi, però, non intendo parlarvi di musica,bensì di una questione su cui penso si siano soffermati tutti almeno una volta nella vita. Sto parlando della tecnologia che ha letteralmente “ucciso” la macchina fotografica a cui noi, nati negli anni Ottanta e cresciuti nei mitici Novanta, eravamo tanto affezionati. Riprendendo la celebre citazione secondo la quale una foto è capace di immortalare un attimo che non tornerà più, adesso è addirittura possibile modificare quell’attimo.

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Viaggio a Međugorje: Introduzione

La storia delle apparizioni della Madonna a Međugorje (Erzegovina) inizia il 24 Giugno 1981. Quando la “Gospa”, (la Signora, in croato) apparve a 6 bambini: Ivanka Ivanković, Mirjana Dragićević, Vicka Ivanković, Ivan Dragićević, Jakov Čolo e Marija Pavlović.
La Madonna, che si presentò anche con il titolo di “Regina della Pace”, disse che avrebbe rivelato a ciascuno dei 6 veggenti, 10 segreti. I primi 3 composti da ammonimenti e gli altri 7 relativi a castighi inflitti da Dio all’umanità (ho semplificato molto, magari ne parleremo meglio in un altro post, intanto potete leggere zio Wiki).
Al momento tre veggenti hanno già 10 segreti e gli altri tre ne hanno 9. Quando tutti ne avranno 10, Mirijana li rivelerà al padre francescano Petar Ljubicic, designato dalla stessa per svelare i segreti al mondo, tre giorni prima del loro verificarsi.
Dal momento che il frate, è nato nel 1946 e quindi ha attualmente 67 anni, e considerato che rimangono da scoprire solo 3 segreti su un totale di 60 (10 per 6 veggenti), si può affermare che le apparizioni stiano volgendo al termine e di conseguenza i misteri cominceranno ad essere rivelati.

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Viaggio a Međugorje, Giorno 1.

28/09/2013 – Giorno 1 – Pescara, Ancona, Spalato, Međugorje.

Sulla nave in partenza per Spalato.

Come vi dicevo nel post introduttivo avevo già in mente da tempo, di partire per Međugorje, ma cercavo un periodo dell’anno che fosse compatibile con i miei impegni. Finché un giorno, vidi casualmente una locandina. Il periodo era perfetto.
Il viaggio era organizzato dalla pagina di Facebook “Regina della Pace “, presi contatto con loro. Ma quando ero ormai deciso, un mio amico mi propose il gruppo con il quale era stato lui, le date erano uguali, non conoscevo nessuno in entrambi i gruppi e allora scelsi il gruppo proposto da lui.

Il viaggio è iniziato il 28 Settembre, siamo andati in pullman fino ad Ancona dove si sono unite a noi altre 6 persone. Lì ci siamo imbarcati su una nave SNAV diretti in Croazia.
In cabina sono capitato con Tonino membro del gruppo di Ancona del quale, sarei divenuto amico.
La sera prima della partenza non avevo dormito molto, non avevo fatto nemmeno la valigia, che feci mezz’ora prima di partire dimenticando le maglie pesanti. Proprio MASCHIO-STYLE!

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Spalato.

Viaggio a Međugorje, Giorno 2.

29/09/2013

Avete presente quelle giornate che iniziano con un bel:- Buongiorno un ca…!! ?
Beh la mia, è iniziata così e la colazione non mi ha fatto tornare il sorriso.
Mi presento al bancone e con tono poco simpatico dico :- Salve, vorrei un cappuccino… Il cameriere prende il bricco del caffè e quello del latte, li versa in un bicchiere di carta sorride e… buona appetito…
Per non parlare del cornetto che sembrava di cartone, appena uscito dalla confezione del supermercato…
Bleah! Che palle!
Dopo mangiato siamo scesi a terra.

Il porto di Spalato.

Il porto di Spalato.

La Croazia dev’essere un posto fantastico.
Spalato è una città bellissima, ho scattato alcune foto, anche se il cielo non ha collaborato molto. Le condizioni di luce peggiori per i paesaggi, sono quelle che ho trovato quella mattina. Un cielo grigio e piatto, colori spenti e poco contrastati. Come potete vedere a sinistra. (Per tornare alla HOME e vedere le foto a dimensioni grandi clicca qui).
Quando il cielo è poco interessante come in questo caso, conviene escluderlo il più possibile dall’inquadratura e dare risalto alla terra o al mare. Ho dovuto scattare alla svelta o mi lasciavano a piedi, siamo saliti sull’autobus e siamo partiti alla volta della Bosnia ed Erzegovina.

Ehhh già! Per andare a Međugorje, si devono passare due frontiere. È comunque sufficiente per entrambe, la carta d’identità valida per l’espatrio.

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